Quanto tempo dura l’illusione?
Me lo sono chiesto. E mi sono dato una risposta: 53 secondi esatti.
È il tempo che mi è bastato per avere notizia della classifica dei soggetti televisivi selezionati dal Ministero dell Cultura – Sezione Cinema.
Ho scaricato il file con la graduatoria, in formato .pdf. L’ho aperto.
Solo allora ho scoperto, nello scorrere i titoli delle serie tv e i nomi degli autori, di avere o meno conquistato il primo posto in classifica.
Proprio il primo posto? Certo. Perché, di solito, gioco per vincere.
A dire il vero, non gioco mai. E disprezzo il gioco d’azzardo.
Il gioco a cui mi riferisco è il gioco della vita, con la sue lotte di potere, le grandi speranze, i piccoli batticuori.
Perdere non mi è mai piaciuto. Così come non ho mai umiliato un avversario che sono riuscito a sconfiggere.
Ho una mentalità per il lavoro di gruppo, eppure sento il dolore e la gioia in modo solitario. Intimo. Personale.
Anche l’illusione la sento come personale. Intima. Difficile da comunicare.
Il tempo delle illusioni
Quali sono i 53 secondi delle illusioni? E, soprattutto, che cosa sono?
Ecco un elenco in cinque punti:
- 53 secondi è il tempo in cui ti perdi nell’idea di aver vinto il premio del miglior racconto, prima di scoprire chi è davvero primo in classifica
- 53 secondi è il tempo in cui immagini di avere avuto l’idea geniale contro le ingiustizie, prima di scoprire chi ha vinto
- 53 secondi è il tempo in cui speri di avere un posto in prima fila in quel ristorante vicino al mare, prima di sederti con la persona che ami
- 53 secondi è il tempo in cui avverti che lei entrerà da quella porta per dirti la verità sul caso misterioso
- 53 secondi è il tempo in cui sogni che certe frasi d’amore – su una chat sperduta fra tante – siano rivolte proprio a te, prima di scoprire chi è davvero il destinatario
“Le battaglie non si perdono mai. Si vincono”
La frase di Ernesto Guevara de la Serna, detto “Il Che”, mi è sempre piaciuta. Anzi, mi ha proprio toccato il cuore.
“Le battaglie non si perdono mai. Si vincono”, questa la frase del rivoluzionario argentino.
La espressi, molti anni fa, a una persona che molto ho amato. E che mi ha ispirato anche la teoria dei 53 secondi.
La domanda è inevitabile: l’illusione dura 53 secondi. E dopo?
I 53 secondi sono il tempo che passa dalla ricerca della verità su qualcosa a cui teniamo sopra ogni altra cosa… e il verdetto, la verità, la rivelazione.
Un punto è dirimente. Che alla fine si vinca o perda. Che si arrivi prima in graduatoria o meno. Che la canzone della persona amata sia o meno per noi… tutto questo non è fondamentale.
Di fondamentale ci sono quei 53 secondi in cui assaporiamo la vittoria, il primo posto, la dichiarazione d’amore.
Quei 53 secondi non ce li può togliere nessuno.
All’apparir del vero tu, misera, cadesti: e con la mano la fredda morte
ed una tomba ignuda mostravi di lontano
Così scrive Giacomo Leopardi nel canto A Silvia, composto nell’aprile del 1828, a Pisa.
Il poeta Leopardi, che adoro da sempre, ci parla della caduta delle illusioni, nella poesia ispirata da Teresa Fattorini, la giovane che gli abitava vicino, a Recanati (Macerata).
Giacomo Leopardi afferma una verità sostanziale. Ma c’è una verità metafisica che ci apre a nuovi orizzonti.
Rubarci i 53 secondi è impossibile
Le illusioni crollano. Lo sappiamo bene tutti.
Nessuno, tuttavia, può toglierci i 53 secondi in cui le illusioni sono ancora in piedi.
Quelle illusioni animano la nostra vita. Sostanziano un nostro giorno.
Sono come l’ebbrezza. Oppure la gioia improvvisa.
Sono come la felicità che mette i brividi; oppure ci procura un pianto speciale. Nessuno può togliercele.
A un certo punto, tuttavia, l’illusione cade.
Siamo al 54° secondo – quello della rivelazione – e spesso la delusione, la sconfitta, lo sconforto ci sono compagne.
Ebbene, anche lì, nessuno e nulla può privarci del ricordo dei 53 secondi.
Perché quei 53 secondi sono il nostro oro olimpico.
Dopo possiamo cadere, sbuffare, rialzarci, cadere, tornare a perdere. Ma in un certo giorno, a una certa ora, in un posto qualsiasi, abbiamo avuto i nostri 53 secondi.
Il problema, caso mai, è gestire il secondo dopo. Il numero 54.
E qui cade la domanda più insidiosa. Come si fa a gestire il risveglio dopo la caduta delle illusioni?
Maurizio F. Corte
(parte 1 – continua)
*** Gli articoli sul “ciclo delle Illusioni” li trovi nella sezione Pratico di Nessuno™ di questo blog
- Maurizio F. Corte, giornalista professionista, scrittore per i media e media educator, è docente a contratto di Comunicazione Interculturale nei Media al Centro Studi Interculturali dell’Università di Verona e coordinatore didattico del Master in Intercultural Competence and Management
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