Intelligenza Artificiale, il pregiudizio nell’analisi della comunicazione

Due innamorati attorcigliati nella rete dell’Intelligenza Artificiale.
 
È il caso di Giulia, addetta di un’agenzia del lavoro e mia laureata all’Università degli Studi di Verona, e di Massimiliano, un giovane avvocato. Lei deliziosa donna friulana e lui un toscano trapiantato per lavoro in Campania.
 
Si sono conosciuti e amati a Verona, in occasione di un seminario sulla comunicazione interculturale nei media, una dozzina di anni fa.

Avevo aperto il seminario anche a studentesse e studenti degli altri corsi di laurea. E così Massimiliano e Giulia si era incontrati, conosciuti e frequentati.

Capirete la mia sorpresa quando, una ventina di giorni fa, Massimiliano mi scrive. E mi dice che vorrebbe incontrare Giulia, qui a Verona.

Lei deve frequentare un corso di aggiornamento – una summer school – e lui le ha proposto di vedersi.
 
Il problema è che Giulia, che so da sempre affascinata dal bel toscano, ha spiegato di essere presa da una serie di impegni, proprio durante il corso.
 
“Maurizio, mi dà una mano a capire cosa mi vuole comunicare Giulia? Non riesco a cogliere se ci tiene a vedermi, se invece mi evita, oppure se si aspetta una certa insistenza da parte mia, per far cadere le difese”. Questa l’invocazione di aiuto di Massimiliano, in un vocale che conservo come una gemma preziosa.
 
Non è la prima volta che uno studente, oppure un ex studente, mi domanda un consiglio sentimentale. “Lei è così aperto e ci ascolta, che vorrei un suo consiglio su una ragazza di cui mi sono innamorato”, mi scrisse anni fa un mio allievo del corso di laurea magistrale in Giornalismo, Michael. E l’avevo accontentato.
 
Una mia laureata, Anna, anni addietro, mi ha addirittura ringraziata perché grazie ai miei consigli – nient’altro che l’applicazione degli assiomi della Scuola di Palo Alto – è riuscita a comunicare al meglio con il suo ragazzo, Pietro. 
 
“Siamo andati a convivere appena dopo la mia laurea. Ora aspetto una bimba. È anche merito suo, Professore”, mi aveva scritto Anna, in un’email.
 
L’insegnante-Cupido, insomma, non mi sta male come ruolo. Tuttavia, di assumermi la responsabilità di giudicare una conversazione di quasi amore tra due che – come Isabella e Corrado – facevano fatica a comunicare, non mi era mai successo.
 
Allora mi chiesi: “Perché non chiedere aiuto all’Intelligenza Artificiale?”.
 
Presi i due messaggi vocali, via whatsapp, di Giulia e di Massimiliano. Li feci trascrivere da un programma con cui lavoro per la trascrizione delle interviste video.
 
Poi sottoposi la domanda a ben tre modelli di Intelligenza Artificiale generativa:
  • Gemini (versione Pro)
  • ChatGOT (versione 4.1)
  • Modus

Il prompt per guidare l’analisi dei messaggi

 
Ecco il prompt che scrissi, identico per tutti e tre i modelli.

Sei uno Psicologo della Comunicazione. Ti allego il Messaggio 1 e il Messaggio 2. Ti chiedo quanto segue:
– Dammi una tua interpretazione di ciascun messaggio
– Identifica lo scopo di ciascun messaggio
– Identifica l’intento di ciascun messaggio
– Dimmi cosa esce da questa interazione
– Dimmi quali possono essere gli sviluppi di questa interazione

Il comando era generico per mia scelta. Non ho dato informazioni sul pregresso della relazione tra Giulia e Massimiliano. Non ho rivelato gli impliciti che si potevano leggere, sapendo un poco della storia tra i due.
 
Non ho messo in chiaro le presupposizioni che entrambi i messaggi portavano con sé. 
 
Il risultato dapprima mi ha entusiasmato. In pochi secondi, tutte e tre i modelli di Intelligenza Artificiale avevano svolto un ruolo di analisi che avrebbero richiesto – se fatti da me – almeno un paio d’ore.
 
Mi ha entusiasmato anche il tipo di messaggio che, dal punto di vista di Massimiliano, ovvero il mio committente, meritava di dare a Giulia.
 
Volli provocare l’Intelligenza Artificiale dicendo che volevo far vincere – nella lotta di potere tra Massimiliano (che affettuosamente chiamo Max) e Giulia – proprio Max.
 
Temevo che su questo punto mi avrebbe stoppato, almeno uno dei tre modelli. Niente. Mi hanno servito un messaggio dalla potenza psicologica che mi ha messo una certa inquietudine.
 
Allora ho cominciato a capire.
 
In questo mio racconto, metto alcune delle considerazioni che ho elaborato – anche con l’aiuto di un altro modello di IA, Perplexity – sull’analisi fatta da Gemini, ChatGPT e Manus.
 

La lettura critica dell’analisi della comunicazione tra Giulia e Max

Va detto, per cominciare, che le analisi della comunicazione tra Giulia, giovane donna del Friuli Venezia Giulia, e Massimiliano, professionista della provincia di Napoli, si sono basate su una serie di teorie psicologiche.

Le analisi si basano principalmente sui cinque assiomi della comunicazione di Paul Watzlawick:

  • Non si può non comunicare: ogni comportamento ha valore comunicativo

  • Contenuto e relazione: ogni messaggio trasmette informazioni e definisce la relazione

  • Punteggiatura delle sequenze comunicative: l’interpretazione dipende dalla prospettiva relazionale

  • Comunicazione digitale e analogica: verbale e non verbale si integrano

  • Interazioni simmetriche e complementari: basate su uguaglianza o differenza

L’analisi utilizza, poi, il concetto di metacomunicazione, ovvero “la comunicazione sulla comunicazione stessa”, che aiuta a comprendere i livelli impliciti sottostanti.

Emerge anche l’applicazione della teoria del doppio legame di Bateson, che identifica situazioni comunicative contraddittorie dove esistono messaggi in conflitto a livelli diversi (verbale e non verbale).

L’approccio sistemico-relazionale considera gli individui non come entità isolate, ma all’interno dei sistemi relazionali di cui fanno parte, con particolare attenzione alle dinamiche circolari piuttosto che lineari.

Le analisi evidenziano pattern di ambivalenza strutturale, dove i messaggi esprimono contemporaneamente desiderio e distanza, avvicinamento e allontanamento.

I punti di forza dell’analisi con l’IA

Va detto che le analisi applicano in modo corretto i principi della pragmatica della comunicazione, distinguendo tra livello manifesto e livello latente dei messaggi.

L’analisi considera in contemporanea tre aspetti del comunicare tra Giulia, laureata in Lingue, e Massimiliano, avvocato in un’impresa del terzo settore:

  • Sintattici: struttura linguistica dei messaggi

  • Semantici: significato esplicito delle parole

  • Pragmatici: effetti comportamentali e relazionali

Viene rispettato il principio di sequenzialità temporale della comunicazione, analizzando come ogni messaggio influenzi il messaggio successivo.

Le analisi tengono conto del contesto relazionale di un’amicizia di 12 anni, risalente ai tempi dell’università, che è un elemento cruciale per l’interpretazione sistemica.

L’analisi dei frame interiori

L’analisi dei “frame interiori” di entrambi i comunicanti riflette l’approccio fenomenologico della teoria sistemica della comunicazione.

La distinzione tra scopi espliciti e intenti impliciti è coerente con la teoria della metacomunicazione.

Le previsioni sui possibili sviluppi dell’interazione sono fondate, a livello di metodo, sui pattern comunicativi identificati identificati nello scambio di messaggi. 

I pregiudizi di genere

L’analisi di Giulia tende a interpretare i suoi comportamenti attraverso stereotipi di genere:

  • La sua organizzazione temporale viene vista come “controllo” piuttosto che come competenza gestionale

  • I suoi vincoli familiari sono interpretati come “scuse” anziché come responsabilità reali

  • La sua cautela comunicativa è etichettata come “ambivalenza patologica”

Il doppio standard di valutazione

Assistiamo, poi, a un doppio standard valutativo, leggendo le analisi condotte con l’intelligenza artificiale sulla comunicazione tra Giulia e Massimiliano:

  • I comportamenti di Massimiliano (flessibilità, comprensione) sono valutati in maniera positiva come “intelligenza emotiva”

  • Gli stessi comportamenti di Giulia (gestione dei vincoli di lavoro, programmazione della sua attività) sono interpretati come “evitamento” o “difesa”rispetto alla proposta comunicativa di Massimiliano

Il pregiudizio relazionale

Le analisi condotte dall’Intelligenza Artificiale danno per scontato, e presuppongono, che l’incontro fisico sia l’obiettivo “naturale” e “sano” della relazione tra Giulia e Massimiliano, svalutando altre forme di connessione.

L’ambivalenza – peraltro basata su quanto scritto da Massimiliano nei suoi prompt all’IA – da parte di Giulia viene interpretata come disfunzionale.

Perché deve essere giocoforza disfunzionale? Potrebbe rappresentare, invece, una forma matura di gestione dei confini relazionali.

Giulia può aver deciso di fissare – magari controvoglia – alcuni paletti nella relazione d’amicizia con Massimiliano.

I modelli corretti e i bias di conferma

Le analisi svolte con l’Intelligenza Artificiale assumono in modo implicito che esista un modello “corretto” di relazione interpersonale.

Non considerano, insomma, la diversità culturale nei modi di gestire le relazioni.

Le analisi tendono a interpretare i dati in modo da confermare l’ipotesi iniziale di “ambivalenza problematica” di Giulia. In questo modo, trascurano interpretazioni alternative sul significato della comunicazione con Massimiliano.

Gli analisti, inoltre, non hanno consapevolezza del loro modo di ragionare, dei loro frame mentali, dell’impostazione psicologica a cui si rifanno. In questo modo non considerano come le loro aspettative teoriche possano influenzare l’interpretazione dei dati.

La comunicazione del “qui e ora”

Vi è poi un “presentismo comunicativo”. Le analisi privilegiano l’analisi del “qui e ora”, senza considerare nella maniera adeguata l’evoluzione storica della relazione tra Massimiliano e Giulia. E i suoi cambiamenti nel tempo.

Possiamo così dire che le analisi dimostrano una solida competenza tecnica nell’applicazione delle teorie della comunicazione sistemica, in particolare quelle della Scuola di Palo Alto.

Tuttavia, quelle stesse analisi rivelano anche significativi pregiudizi interpretativi.

Sono proprio quei pregiudizi a livello di interpretazione a compromettere l’oggettività dell’analisi, specie riguardo ai ruoli di genere e alle aspettative relazionali normative.

Una revisione critica di queste analisi – condotte con i modelli ChatGPT 4.5, Gemini Pro e Manus di Intelligenza Artificiale – richiederebbe l’adozione di una prospettiva più neutrale e interculturale.

Serve, insomma, un’angolazione che – con spirito empatico – consideri la legittimità di diverse modalità relazionali, senza imporre modelli normativi precostituiti.

Questo è una prima serie di valutazioni che mi sento di fare dopo aver studiato l’analisi svolta dall’Intelligenza Artificiale su uno scambio di messaggi tra Massimiliano e Giulia. 

Il loro è un tipico caso di comunicazione a distanza, via smartphone.

Puoi leggere lo studio completo nella mia newsletter riservata agli abbonati. Lo trovi qui: Comunicazione e pregiudizi. Come pensa l’Intelligenza Artificiale

Maurizio F. Corte

  • Maurizio F. Corte, giornalista professionista, scrittore per i media e media educator, è docente a contratto di Comunicazione Interculturale nei Media al Centro Studi Interculturali dell’Università di Verona e coordinatore didattico del Master in Intercultural Competence and Management
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