Teoria ipodermica. Come i media influenzano ogni nostra azione

La teoria dell\’ago ipodermico è una teoria dei media tanto affascinante, quanto senza alcun fondamento scientifico.

È stata chiamata anche la teoria della “cinghia di trasmissione” e la teoria del “proiettile magico”.

Nasce negli Stati Uniti nel periodo tra le due guerre mondiali (1920-1930) per mano di Harold Lasswell, il capostipite della communication research (corrente di studio della mass communication).

Rappresenta, più che una teoria, il clima d\’opinione che si respirava in quegli anni circa gli effetti dei media.

La teoria ipodermica stata elaborata per dare conto della presenza dei mass media nelle società del tempo: la stampa, innanzi tutto, e dagli Anni Venti e Trenta del Novecento anche la radio.

Poi la televisione seguirà negli Anni Quaranta e Cinquanta.

La teoria dell’ago ipodermico si fonda, così, su una stretta connessione tra emittente e destinatario di un messaggio mediale, annullando tutte le variabili intervenienti e di contesto.

Quello che conta è il medium che trasmette il messaggio, il messaggio in sé (unico per tutti e per tutti assai efficace) e il destinatario passivo e influenzabile.

La società di massa e gli individui

I postulati della teoria dell\’ago ipodermico discendono da quelli che sono alla base della teoria della società di massa:

  • Nella società moderna sono scomparsi i gruppi primari
  • Gli individui sono isolati
  • Gli individui annullano l’esaltazione dei tratti personali per lasciare spazio a quelli impersonali della massa
  • Il pubblico delle comunicazioni di massa è atomizzato
  • I mezzi di comunicazione di massa sono onnipotenti e consentono a chi li controlla di manipolare gli individui

L’isolamento dei singoli individui nella massa anonima è quindi un prerequisito di questa prima teoria sui media.

Gli individui sono pertanto rappresentati come isolati, preda di chiunque voglia manipolarli.

Il pubblico dei media 

Nella teoria ipodermica non vi è alcuna considerazione per ciò che si frappone tra emittente del messaggio mediale e destinatario, nella trasmissione e ricezione di un messaggio.

La teoria non tiene conto della cultura del pubblico che riceve il messaggio, del suo status sociale e culturale, delle relazioni con le altre persone che possono influenzare le idee del pubblico.

La teoria ipodermica, la bullet theory (teoria del proiettile magico), si riferisce così a un modello comunicativo che si caratterizza per una relazione diretta e univoca.

Vi è uno stresso legame tra lo stimolo e la risposta: (R): S→R.

Lo stimolo – secondo questa teoria – dà vita a una risposta prevedibile e configurabile come vuole l’emittente.

La teoria dell\’ago ipodermico fa apparire, in questo modo, il potere dei media come una forza capace di superare ogni ostacolo nel conseguimento del proprio obiettivo: ovvero quello di imporre la volontà di chi governa alla massa degli individui indistinti, senza personalità e legami sociali.

La convinzione del potere manipolatorio dei media è legata in modo profondo all’utilizzo che i governi fecero dei media per la propaganda durante la Prima Guerra Mondiale.

Ecco i postulati sui quali si fonda la teoria dell’ago ipodermico:

  • Il pubblico è una massa indifferenziata, all’interno della quale vi sono individui isolati fisicamente, socialmente, culturalmente
  • I messaggi veicolati dai media sono potenti fattori di persuasione, capaci di introdursi all’interno degli individui come se fosse un ago ipodermico
  • Gli individui sono indifesi di fronte al potere dei mezzi di comunicazione di massa
  • I messaggi veicolati sono ricevuti da tutti allo stesso modo

I mass media e l’isolamento degli individui

Il punto di partenza della teoria ipodermica, quindi, è l’isolamento degli individui, collocati in un vuoto sociale, senza reti di protezione e per questo motivo totalmente esposti all’influenza dei media.

Gli individui sono indifesi di fronte ai messaggi mediali che sono ricevuti in modo standard da tutti i destinatari.

Viene così semplificato il rapporto comunicativo, che viene ridotto a un automatismo.

Non viene assegnata alcuna forma di potere ai destinatari.

Il modello comunicativo della teoria ipodermica è così il primo tentativo di comprendere il rapporto esistente tra media e individui.

È un rapporto concepito come molto semplice, lineare, con un nesso tra il momento della veicolazione del messaggio e il momento della sua fruizione.

Il successo della teoria dell’ago ipodermico

Anche se non è scientifica, la teoria dell’ago ipodermico ha ancora un grande successo nella pubblica opinione.

Spesso riteniamo che i potenti messaggi della televisione (come anche di social media, come TikTok) possano avere un\’influenza determinante sulle persone.

Nel credere in questo ci basiamo su alcune evidenze e su alcuni riscontri isolati, che non possono essere estesi a tutto il pubblico.

L’idea della onnipotenza dei media è dura a morire. Il motivo è semplice: il riscontro che possiamo avere su alcuni casi, dove i media di massa (e i social media) hanno un ruolo determinante, lo estendiamo a tanti altri casi.

La nostra, in questo modo, è una generalizzazione arbitraria. E che si fonda sulla nostra ricerca di conferme di cose in cui crediamo.

È insomma una forma di profezia che si autoavvera.

Il caso giudiziario di Lorenzo Bozano

Non mancano le condizioni in cui i media di massa – specie in tempi dove il pubblico era meno smaliziato e preparato di oggi – hanno avuto un ruolo determinante.

Di “onnipotenza dei media” possiamo parlare in occasione della sparizione e morte di Milena Sutter (Genova, maggio del 1971). E in occasione dei sospetti sull\’unico indagato: Lorenzo Bozano.

Pu essendo castano di occhi e capelli, Lorenzo Bozano è passato alla storia giudiziaria come “il biondino della spider rossa”.

Questo è accaduto grazie ai media, che hanno divulgato quel soprannome. E sono riusciti – ieri come oggi – a far passare per “biondino” un biondino che non è mai esistito fisicamente.

Se vuoi scoprire il ruolo che i media hanno avuto nel caso del “biondino della spider rossa”, ti consiglio il mio podcast Il Colpevole Perfetto. La storia sbagliata di Lorenzo Bozano e Milena Sutter.

Il pubblico di oggi davanti ai media

Oggi parlare di “proiettile magico” e di un’informazione onnipotente è di fatto impossibile.

Non c’è un isolamento delle persone, grazie alle interazioni attraverso i social media e gli smartphone.

La massa anonima e indistinta ha lasciato il posto a una serie di nicchie, dove vengono condivisi interessi e passioni.

I media, anche quelli di massa, per essere efficaci non impongono il loro messaggio. E non  credono a una risposta automatica, certa e unica da parte dei destinatari.

Oggi la persuasione passa attraverso la comprensione dei gruppi di persone (le nicchie, appunto), dei loro interessi e delle loro passioni.

La teoria dell’ago ipodermico (o del “proiettile magico o della “cinghia di trasmissione”) è allora un suggestivo reperto che viene dal passato. E che ci ricorda come un tempo i mass media fossero assai diversi da oggi.

Maurizio F. Corte

  • Maurizio F. Corte, giornalista professionista, scrittore per i media e media educator, è docente a contratto di Comunicazione Interculturale nei Media al Centro Studi Interculturali dell’Università di Verona e coordinatore didattico del Master in Intercultural Competence and Management
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